La seconda fase della ricerca ha avuto l’obiettivo di approfondire il ruolo che questi centri giocano sul territorio, valutando in particolare il loro impatto in tre dimensioni chiave: sociale, culturale ed economica.
In questa fase gli obiettivi erano: valutare l’effettiva incidenza degli spazi sulle comunità locali, nei termini di coesione sociale, accesso alla cultura e generazione di reti; individuare pratiche innovative (dal punto di vista economico) che possano fungere da modello per altre realtà; fornire evidenze utili all’identificazione della proposta culturale e artistica degli SCCI.
È stato selezionato un campione rappresentativo di 21 spazi, scelti in base a criteri di:
- Equilibrio territoriale (presenza nelle diverse province),
- Diversità organizzativa e giuridica (APS, cooperative, ecc.),
- Differenziazione per attività prevalente (arti performative, rigenerazione urbana, educazione, ecc.).
A questi soggetti è stata somministrata un’intervista strutturata composta da domande chiuse e aperte, articolata in tre sezioni corrispondenti alle aree d’impatto.
Un’offerta culturale eterogenea e continuativa
La maggior parte degli spazi analizzati si distingue per una programmazione culturale ampia e diversificata. L’80% degli SCCI mappati organizza più di nove tipologie di attività culturali e creative, evidenziando una notevole polifunzionalità. Le attività spaziano tra presentazioni di libri, mostre, concerti, corsi e laboratori, proiezioni cinematografiche, festival, residenze d’artista, seminari e incontri politici.
Attività più frequenti
Tra le attività più ricorrenti troviamo:
- Presentazioni di libri (19 spazi): molto frequenti, 6 volte al secondo posto tra le attività più proposte;
- Corsi, workshop e laboratori (17 spazi): 4 volte al primo posto per frequenza;
- Mostre (15 spazi): 8 volte al primo posto;
- Concerti (14 spazi): 6 volte al secondo posto;
- Festival (14 spazi): 5 volte tra seconda e terza posizione.
Cadenza regolare e accessibilità differenziata
Dodici spazi su ventuno realizzano attività almeno due volte alla settimana, garantendo una presenza culturale stabile e costante nel territorio. Le modalità di accesso sono eterogenee:
- 6 spazi offrono le attività gratuitamente;
- 6 richiedono una quota associativa o offerta libera;
- 9 prevedono ingressi a pagamento.
Questa varietà rende gli spazi accessibili a pubblici differenti, contribuendo a una maggiore inclusione culturale.
Un pubblico consistente e fidelizzato
La partecipazione media per singola attività è significativa:
- 9 spazi (43%) accolgono tra 50 e 100 partecipanti ad evento;
- altri 9 si attestano tra 20 e 50 partecipanti.
Dal punto di vista della partecipazione annuale complessiva:
- 9 spazi dichiarano oltre 5.000 ingressi all’anno;
- 5 spazi registrano tra 1.000 e 2.000 ingressi.
Presidi culturali nel territorio
Gli SCCI rappresentano punti di riferimento fondamentali per la vita culturale e creativa locale. La varietà delle proposte, la regolarità delle iniziative e la capacità di attrarre pubblici ampi e diversi dimostrano un impatto culturale rilevante, con ricadute in termini di partecipazione civica, animazione territoriale e valorizzazione delle espressioni artistiche contemporanee.
Volume di ricavi
La maggior parte degli spazi culturali e creativi indipendenti (SCCI) presenta ricavi annuali contenuti:
- 13 spazi (62%) registrano ricavi inferiori a € 30.000 all’anno.
- Solo 5 spazi superano la soglia di € 120.000 di fatturato annuo, generalmente grazie a un mix di attività culturali, sponsorizzazioni e bandi.
Fonti di ricavo
Gli spazi si finanziano attraverso diverse modalità:
- Le attività non di produzione culturale (come affitti, servizi accessori) rappresentano una fonte importante di entrate.
- 12 SCCI (57%) hanno ottenuto finanziamenti pubblici a supporto delle loro attività.
- 7 spazi hanno ricevuto fondi da enti filantropici e soggetti privati.
- 5 SCCI hanno fatto ricorso a campagne di crowdfunding per autofinanziarsi. Questa pluralità di fonti evidenzia una diffusa difficoltà nel garantire continuità finanziaria stabile nel tempo.
Personale e modelli occupazionali
Gli spazi impiegano un mix di lavoratori retribuiti, volontari, professionisti esterni e artisti:
- 16 SCCI (76%) hanno personale pagato, mentre 5 operano esclusivamente con volontari.
- Dipendenti: 113 unità totali (14,2% del totale), con una media di circa 12,6 persone per spazio e 182 giornate lavorative annue.
- Volontari: 337 persone (42,4%), con una media di 16 volontari per spazio e 110 giornate annue di impegno.
- Professionisti esterni: 102 unità (12,8%), mediamente 4,9 per spazio, con 120 giornate annue di collaborazione.
- Artisti e creativi: 242 persone (30,5%), con una media di 11,5 artisti per spazio e 41 giornate annue di attività.
Composizione demografica del personale
- Il personale è leggermente maggiormente femminile: 53% donne contro 47% uomini.
- La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 26 e i 35 anni (183 persone), seguita dalla fascia 36-45 anni (151 persone), a testimonianza di un ambiente lavorativo relativamente giovane.
Questi dati evidenziano come gli SCCI del Veneto si affidino a un modello di finanziamento diversificato, ma ancora fragile, e facciano leva su un capitale umano eterogeneo e fondamentale per la sostenibilità e l’innovazione culturale sul territorio.
Rigenerazione urbana e inclusione
Circa la metà degli SCCI analizzati (50%) si trovano in edifici rigenerati o in quartieri riqualificati, dimostrando un ruolo importante nella rivitalizzazione urbana e nella trasformazione dei territori. Inoltre, 9 spazi accolgono un pubblico con una quota significativa di persone vulnerabili (oltre il 20%), evidenziando un impegno concreto verso l’inclusione sociale e l’accessibilità culturale.
Gestione partecipata
La partecipazione interna è una caratteristica diffusa nel settore:
- 12 SCCI (60%) adottano un organo di gestione partecipata, che coinvolge membri della comunità e degli stessi operatori culturali nelle decisioni strategiche, favorendo processi democratici e inclusivi.
Attività di co-progettazione e rete territoriale
Un dato rilevante è la forte propensione degli spazi a collaborare con diversi attori del territorio:
- 19 SCCI hanno implementato attività di co-progettazione, lavorando con enti pubblici come comuni e università, così come con altre realtà del terzo settore quali associazioni, imprese sociali e cooperative.
- Coinvolgono inoltre artisti, creativi, designer e altri stakeholder ritenuti influenti o interessati allo sviluppo dello spazio e della comunità.
Questa rete di collaborazioni contribuisce a consolidare il ruolo degli SCCI come nodi di partecipazione sociale e culturale, capaci di rispondere in modo integrato ai bisogni e alle dinamiche locali.
Principali pubblici coinvolti
La tabella mostra una varietà di pubblici/stakeholder che frequentano o collaborano con gli spazi culturali e creativi indipendenti, con alcune categorie che emergono come particolarmente rilevanti:
- Artisti (18 spazi) costituiscono il cuore pulsante degli SCCI e ne guidano la produzione culturale e creativa
- studenti (15 spazi) sono tra la tipologia più presente, confermando il ruolo degli SCCI come luoghi di creazione e formazione
- Professionisti e operatori culturali (13/12) rappresentano il nucleo professionale fondamentale per delineare la progettualità degli SCCI
- Visitatori generici e insegnanti (11/10) mostrano l’apertura verso un pubblico diversificato e l’interazione fondamentale con il sistema educativo
- Attivisti (8) segnalano l’impegno sociale degli spazi e evidenziano l'impegno sociale degli spazi verso pratiche di inclusione, partecipazione civica e trasformazione sociale
- Finanziatori pubblici (5) sono più presenti rispetto a quelli privati, sottolineando l’importanza del sostegno pubblico nella continuità delle attività.
Questa eterogeneità conferma come gli Spazi culturali e creativi indipendenti operino all’interno di un ecosistema articolato, che richiede capacità di interazione e mediazione tra molteplici soggetti con interessi diversi, ma complementari, per sostenere e sviluppare un’offerta culturale dinamica e inclusiva.
Gli SCCI in Veneto non solo fungono da catalizzatori per la rigenerazione urbana, ma promuovono attivamente inclusione, partecipazione e cooperazione tra diversi attori sociali, rafforzando così il tessuto sociale locale e favorendo pratiche di governance condivisa.