Il binomio arte e sport era inscindibile nel mondo ellenico. Questo legame è testimoniato dai poemi epici di Omero: nel XXIII canto dell’Iliade, Achille rende omaggio a Patroclo istituendo gli agoni funebri, nell’Odissea è il re dei Feaci a onorare Ulisse con dei giochi in cui musica e danza si mischiavano a gare sportive.
Questa visione è stata ripresa anche nei Giochi Olimpici moderni: il fondatore Pierre de Coubertin promosse nel 1906 un “Pentathlon delle Muse”, una vera e propria competizione artistica che affiancava lo sport attraverso cinque discipline: scultura, musica, pittura, letteratura e architettura.
Nel tempo, le gare artistiche hanno lasciato spazio a una formula più flessibile: le Olimpiadi Culturali, un programma di eventi e iniziative promosso dalle città ospitanti per valorizzare il patrimonio culturale locale. Dal 1992, con i Giochi di Barcellona, queste attività sono diventate parte ufficiale del programma olimpico. Se nei Giochi estivi si è sviluppato un vero e proprio festival culturale, nelle edizioni invernali questo aspetto è rimasto più contenuto, fino alle Olimpiadi di Torino 2006.
Nella Carta Olimpica attuale, operante dal 23 luglio 2024, viene sancito l’obbligo da parte della Commissione Organizzatrice dei Giochi Olimpici di creare una rassegna di eventi culturali che copra almeno tutto il periodo di apertura del villaggio olimpico. Il programma deve essere sottoposto all’approvazione del Comitato esecutivo del CIO. Le informazioni che si evincono dai documenti forniti dal Comitato Olimpico Internazionale non aiutano a definire meglio le Olimpiadi Culturali: nella pagina web delle Olimpiadi di Parigi 2024 esse vengono descritte come un “programma artistico e culturale multidisciplinare, il quale si svolgerà durante i Giochi”. Oltre a queste poche definizioni e norme a cui il Comitato ospitante deve attenersi, non è presente nessun altra indicazione sia a livello di durata che di oggetto.
Il principio su cui si fondano le Olimpiadi Culturali è che ci sia una collaborazione tra la città ospitante e la Commissione Organizzatrice dei Giochi Olimpici. Come si legge dalle edizioni dal 1992 in poi (ad esempio 1999 e 2024) della Carta Olimpica non viene data una definizione di cosa si intenda con Olimpiadi Culturali, ma una piccola linea guida riguardante i principi cardini su cui questi programmi culturali si debbano basare, quindi: relazioni armoniose, comprensione reciproca, amicizia, universalità e diversità.
Se la Carta Olimpica non è del tutto utile a delineare lo svolgimento delle Olimpiadi Culturali, i finanziamenti presenti nei Final Report dei Giochi aiutano a chiarire chi siano gli attori coinvolti. Essi rimangono coerenti nel corso delle varie edizioni e si possono riassumere nell’immagine sotto.
I Giochi Invernali di Milano Cortina 2026 sono i primi ad essere dei Giochi diffusi, ovvero a interessare un territorio così ampio ed eterogeneo. Sono tre le regioni italiane coinvolte: Lombardia, Trentino Alto - Adige e Veneto.
Per quanto riguarda il territorio preso in esame, cioè quello di Cortina e delle Dolomiti bellunesi, si possono identificare gli attori interessati e rappresentati nell’immagine che segue.